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Possiamo essere d'accordo con certi Partiti?

di S. P.

       Come non condividere i perché dell'impossibile alleanza con Partiti falsi e bugiardi fin dal loro stesso nome, ovunque essi dicano di collocarsi, a destra o a sinistra?
       Condivisione ovviamente libera e spontanea, fondata su considerazioni non di un uomo qualunque, ma di un cristiano per il quale Dio, Gesù Cristo, la Religione, la Chiesa non sono argomenti esclusivi da congrega, ma anche da politico, ove però tutti questi termini siano considerati nella loro accezione originale.

       Dio creò l'uomo e lo rese re del mondo: le stelle, i pianeti, la terra, gli animali, le piante... tutte a servizio dell'uomo.
       L'uomo al centro di tutto: una città è tale, è viva se in essa vi sono uomini: allora è polis, diversamente è un ammasso di pietre, morta. Gli uomini sono la polis, e il politico si occupa di uomini.
       Ma la creatura uomo non può fare a meno del suo Creatore, non può vivevere e agire come se Dio non esistesse, e Dio esiste, sia che l'uomo Lo creda, sia che non Lo creda. Dio esiste indipendentemente dall'uomo. Né in questo possiamo essere democratici e votare sull'esistenza di Dio: Dio non ammette certa democrazia: c'è, esiste, e basta.

       L'esistenza di Dio implica per l'uomo delle conseguenze pratiche, dei doveri, dei compiti, delle azioni... verso questo Dio; e il modo di rapportarsi a Dio, nonché lo stesso rapportarsi a Dio, si chiama Religione.
       Ora Gesù, figlio di Dio e Dio Egli stesso, ha fondato la Sua Chiesa, la quale ha il compito di gestire, di amministrare la Religione, ovviamente secondo le rigidissime leggi da Lui stesso imposte, leggi non mutabili secondo l'andazzo dei tempi o il gusto del "capo di turno", anche perché l'unico e solo vero Capo rimane sempre Lui, Gesù Cristo. La bellezza di questa Chiesa sta anche nel fatto che se il suo "capo di turno" ovvero il Papa o chi per lui (cardinali, vescovi, preti...) dovesse sbagliare e imporre leggi e disposizioni contrarie a quelle di Dio, tali loro disposizioni sarebberro automaticamente NULLE e invalide, e niente affatto cogenti: ogni

 

buon Cristiano avrebbe il diritto-dovere di disubbidire, perché prima si ubbidisce a Dio e poi agli uomini.
       Quindi Dio esiste e crea l'uomo, l'uomo non può non avere un rapporto (=Religione) con Dio: l'uomo non può non essere religioso. Va da sé che come l'uomo è sempre uomo, così è anche sempre religioso. La religione non è l'abito della festa che s'indossa e si toglie, è come la sua stessa pelle: l'uomo deve essere religioso ovunque e sempre, qualunque cosa faccia, qualunque funzione svolga. Ovviamente la qualità e la quantità della sua religione riguardano la morale, per cui si può essere pessimi, cattivi, buoni, santi...

       Alla luce di quanto detto lo Stato laico è un assurdo, detestabile, esecrabile e contro natura.
Lo Stato confessionale, è l'unico possibile, l'unico vero. L'unico possibile perché esso è fatto di uomini e l'uomo è per natura religioso. L'unico vero perché esso esprime sempre un rapporto con Dio, anche quando Lo nega e Lo combatte dichiarandosi ateo o laico, a meno che non voglia negare l'inesistente e combattere i fantasmi (il che sarebbe da pazzi) e a meno che non sia vero che "chi non è con Me, è contro di Me".

       Bisogna altresì smetterla di credere che lo stato confessionale rappresenta il vecchio, il superato, l'arretrato, l'oscuro. Credere a questo stupido luogo comune equivale ad una mancanza di fede e ad una grave offesa a Dio. Infatti se il fondamento dello Stato confesionale è Dio, perché il luogo comune possa essere giustificato e vero, bisognerebbe ammettere che tutti quegli aspetti negativi appartengono a Dio, la qualcosa è già una grave bestemmia.

       Ovviamente Stato confessionale non significa governo della casta sacerdotale né può implicare la rinuncia all'uso di ragione (cioè di critica) da parte dei governati. La Religione dà le direttive e fissa i limiti invalicabili, ma le modalità di applicazione appartengono al politico e gli sono propri con un'ampia sfera d'indipendenza.

S.P.

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